venerdì 14 settembre 2018

La profezia dell'armadillo

Regia: Emanuele Scaringi
Soggetto e sceneggiatura: Michele “Zerocalcare” Rech, Oscar Glioti, Valerio Mastandrea, Johnny Palomba
Fotografia: Gherardo Gossi
Musica: Giorgio Giampà, Nic Cester
Anno d’uscita: 2018
Durata: 99'
Prodotto da: Fandango e Rai Cinema
Cast: Simone Liberati, Valerio Aprea, Pietro Castellitto, Laura Morante, Claudia Pandolfi, Kasia Smutniak, Diana Del Bufalo, Samuele Biscossi, Vincent Candela

Tratto dall'omonimo libro a fumetti di Michele Rech, in arte Zerocalcare, prodotto da Fandango e Rai Cinema e presentato in anteprima nella sezione “Orizzonti” al Festival di Venezia, “La profezia dell'armadillo” è un film diretto dal regista esordiente Emanuele Scaringi.
Questa pellicola, una commedia di cui in origine si doveva occupare Valerio Mastandrea, autore con Zerocalcare della sceneggiatura, oltre che da frasi e personaggi che divertono lo spettatore, è pervasa da un velo di malinconia e affronta, in modo profondo, temi importanti e difficili come la morte e l'amicizia.
Eroe principale del lungometraggio è Zero, un disegnatore che vive nel quartiere romano di Rebibbia, a cui presta il volto Simone Liberati.
Invadente coscienza critica di Zero è un armadillo, interpretato da Valerio Aprea che indossa un costume a dir poco grottesco, con cui il giovane artista si avventura in conversazioni surreali.
La vita del protagonista scorre tra giornate in periferia, scorribande con l'amico d'infanzia Secco, Pietro Castellitto, tra la Tiburtina Valley e il centro di Roma e le visite della madre, una straordinaria Laura Morante.
Finché un giorno la notizia della morte di Camille, una compagna di scuola e suo primo amore, lo costringe a prendere in pugno la sua vita, fatta di dubbi e incertezze.
Il tema centrale dell'opera diventa l'elaborazione di un lutto.
Non si piange però solo per la perdita di una persona cara, ma anche per la presa di coscienza del venir meno di ideali, come è evidente nei due brevi inserti animati con cui comincia e finisce il film, rimasti sull’asfalto delle strade di Genova e nei corridoi della Caserma Diaz.
La parte politica però è solo accennata e “La profezia dell'armadillo” si concentra su tematiche esistenziali più concrete come il constatare che con l'entrata nell'età adulta si perde l'innocenza e la purezza della giovinezza e le responsabilità e i doveri prevalgono sulla spensieratezza.
Se proprio vogliamo trovare un pelo nell'uovo, che però non sminuisce la bellezza di un prodotto fresco e particolare, possiamo dire che il film rispetto all'opera originale convince meno nel racconto del lutto di Zero pur rispettando le atmosfere e lo spirito e rendendo giustizia ai paradossi e alle divertenti situazioni presenti nel fumetto.
E in questo, molto merito hanno: un cast formato da attori credibili e spontanei e cammei di personalità come Adriano Panatta, che si lancia in un monologo da oscar, Kasia Smutniak e Vincent Candela.
Alla luce di quanto scritto si può quindi affermare, senza paura di smentite, che “La profezia dell'armadillo” è un lavoro singolare e consigliarne la visione non solo agli appassionati di cinema e fumetto ma anche a chi voglia capire i giovani, ritenuti a torto senza valori, senza ideali e senza sogni, buttati via davanti alla televisione e a internet.