lunedì 15 febbraio 2021

Ernesto Ragazzoni "Ballata"


Ernesto Ragazzoni
Ernesto Ragazzoni è stato un intellettuale «scapigliato», anarchico, nietzscheano e sempre all’opposizione.
Una personalità tra le più acute e brillanti a cavallo fra Otto e Novecento.
Straordinario dissipatore di se stesso e del suo talento, è stato il poeta dei buchi nella sabbia e delle pagine «invisibilissime», cioè non scritte.
Primo traduttore di Poe in Italia, è stato anche un grande giornalista, che ha inventato da Parigi le prime corrispondenze «di costume» salvo poi ridurre a una breve di cronaca la notizia dell’identificazione del Polo Nord.
È stato colui che ha raccontato dalla Francia la Grande guerra con un’intensità e un realismo ineguagliabili, che ha alternato scoop e beffe, tanto da essere più volte licenziato - e ripreso - dal direttore e proprietario del quotidiano La Stampa, il senatore Frassati.
È stato persino responsabile, per un breve periodo, di un foglio conservatore e monarchico di Novara.
Ha perso il posto perché ha pubblicato in prima pagina un attacco a tutto l’establishment cittadino, dal titolo «Odore di muffa».
Quando è morto, dopo essere rientrato da Roma, dove lavorava, nella casa di Torino, in via Goito 6, i colleghi hanno pubblicato un ampio e sofferto necrologio, dove veniva ricordato come una sorta di maestro stravagante, «meravigliosamente povero e ricco, paziente, rassegnato, modesto come uno schiavo del lavoro e del proprio pubblico, signore generoso, sorridente e gentile».
Come scrive Sebastiano Vassalli: “La poesia di Ragazzoni si realizzò in gran parte fuori dal testo, nella vita del suo autore.
Come è accaduto per altri poeti della dissipazione di sé, la sua fama è arrivata fino a noi, nonostante la critica e quasi in assenza della critica, esclusivamente grazie al passaparola.”
Ecco come si presenta ai suoi lettori:

BALLATA

Se ne vedono pel mondo
che son osti... cavadenti
boja, eccetera... (o, secondo
le fortune, grand'Orienti).
C'è chi taglia e cuce brache,
chi leoni addestra in gabbia,
chi va in cerca di lumache...
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io... fo buchi nella sabbia.


I poeti, anime elette,
riman laudi e piagnistei
per l'amore di Giuliette
di cui mai sono i Romei!
I fedeli questurini
metton argini alla rabbia
dei colpevoli assassini...
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io... fo buchi nella sabbia.


Sento intorno sussurrarmi
che ci sono altri mestieri...
Bravi... A voi! Scolpite marmi,
combattete il beri-beri,
allevate ostriche a Chioggia,
filugelli in Cadenabbia
fabbricate parapioggia
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io... fo buchi nella sabbia.


O cogliete la cicoria...
e gli allori. A voi! Dio v'abbia
tutti e quanti, in pace, in gloria!
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Io ... fo buchi nella sabbia.